Venezia, 18 feb. (Dall'inviata dell'Adnkronos Salute Adelisa Maio) - Boom di falsi allergici in Italia. I test per valutare se il pericolo si nasconde nel piatto sono diventati un business: costosi, in molti casi non validati ed eseguiti in centri non specializzati, danno un'alta percentuale di falsi positivi. Con la conseguenza che alimenti importanti come il latte, si eliminano dalla dieta anche senza esserne davvero allergici. A lanciare l'allarme è Massimo Triggiani, presidente eletto della Società italiana di allergologia e immunologia clinica (Siaic), dal Congresso europeo sulle allergie alimentari (Faam), in corso a Venezia. Secondo i risultati preliminari di un gruppo della Siaic che sta studiando il fenomeno, su un 20% di pazienti convinti di avere un'allergia a un qualche cibo, solo l'1-2% ne è realmente colpito. Si stanno diffondendo sempre più "test non scientificamente validati e costosi, non effettuati in Centri allergologici - spiega Triggiani - Si può spendere dai 40, 50 euro fino a 500 euro, ma in molti casi si ottengono falsi positivi". Risultati 'sballati' che portano a un boom di falsi allergici a tavola e alimentano la confusione fra allergie e intolleranze alimentari. Le prime attivano il sistema immunitario scatenando una reazione che può anche essere fatale, le seconde coinvolgono il metabolismo. Invece, convinti di non poter mangiare latticini piuttosto che uova o prodotti a base di cereali, si eliminano questi alimenti dalla dieta, anche dei bambini. Con il rischio di andare incontro a carenze alimentari anche gravi. Attraverso questionari a persone che si ritenevano allergiche, il gruppo di studio della Siaic ha identificato un 20% di pazienti convinti di avere problemi con alcuni alimenti. La maggior parte non mangiava più i cibi ritenuti 'incriminati', anche se indispensabili, come il latte, soprattutto se si tratta di bimbi. Ebbene, utilizzando esami diagnostici validati, gli esperti hanno scoperto che solo l'1-2% era realmente allergico. I dati completi dell"indagine saranno diffusi a maggio. Intanto, Triggiani invita a non fare autodiagnosi e a rivolgersi a Centri allergologici. E soprattutto, non eliminare gli alimenti dalla dieta" prima di una diagnosi 'vera'.